1. |
Crollo
04:23
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aggiustare un vaso con l’oro
non lo rende più forte,
non lo rende più utile,
smette comunque di esistere.
che valore ha
riuscire a stare immobili
dentro una casa che crolla
a pezzi?
non mi aggiusto mai in tempo
per non farmi odiare,
mi perdo tra i detriti di un incendio.
aggiustare un vaso con l’oro
non lo rende più forte,
non lo rende più utile,
smette comunque di esistere.
che valore ha
riuscire a stare immobili
dentro una casa che crolla
a pezzi?
spariranno
le paure solo quando
anche noi
crolleremo a pezzi.
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2. |
Affogare
04:43
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nessuno ci insegna a
non affogare,
a non affogare.
ci tengono
solamente un po’
distanti dal mare
per non farci affogare.
ma prima o poi
sempre troppo spesso
succede il contrario,
anneghiamo in silenzio.
prima o poi
dovremo iniziare
ad abbandonare
i vestiti sbiaditi che di noi
non dicono niente,
non dicono niente di noi.
niente di nuovo,
niente di vero,
niente di utile.
li avessimo addosso,
distanti dal fondo,
annegherebbero con noi.
nessuno ci insegna a
non affogare,
a non affogare.
ci tengono
solamente un po’
distanti dal mare
per non farci affogare.
ma prima o poi
sempre troppo spesso
succede il contrario,
distanti dal fondo,
anneghiamo in silenzio.
sto nuotando e sento ancora il fiato che manca,
le braccia non si muovono, non piangere,
resta qua con me, non tremare, mantieni la calma,
respira, purtroppo non sempre puoi farcela.
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3. |
Confini
03:59
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i confini che ci univano
sono gli stessi
che adesso ci separano.
i confini che ci univano
sono gli stessi
che adesso ci dividono.
i confini tra le nostre
lingue non parlate
non erano fiumi,
non erano montagne,
galleggiavano nell’aria,
e non li vedevamo
perché non esistevano.
i confini che ci univano
sono gli stessi
che adesso ci dividono.
quella che hai chiamato pace
non è altro che
materiale di scarto
di una guerra inutile.
volevamo ordine,
volevamo che niente cambiasse,
ma abbiamo dovuto combattere
per smetterla di combattere.
abbiamo dovuto combattere
per smetterla di combattere.
ora studiamo
diverse geografie
scritte in lingue diverse,
troppo diverse
per renderci conto che
non ci siamo mai mossi di un metro
da dove eravamo,
per renderci conto che
i confini che ci univano
sono gli stessi
che adesso ci separano.
i confini che ci univano
sono gli stessi
che adesso ci dividono.
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4. |
Non mi vedi
04:57
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voglio solo andare
via da qui,
lontano da me.
non mi vedi
se non so sparire.
questa voglia di sparire
sta diventando più grande di me.
smettere di esistere,
di essere un ricordo,
smettere di insistere,
odiare i miei pensieri.
non riuscirò a resistere
un altro giorno in più.
non stare in pensiero per me,
smetterò di fare ogni cosa,
anche di pensarmi,
anche di pensare.
voglio solo andare
via da qui,
lontano da me.
non mi vedi
se non so sparire.
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5. |
Chiasso
05:23
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nel dubbio parlare
di cose che non
cambieranno
la vita a nessuno.
nel buio cercare
risposte che non
salveranno
la vita a nessuno.
le giornate
sembra che non passino più,
ogni mio momento è un dubbio,
ogni voce è un chiodo fermo.
sanguinare,
urla stanche colano su
ogni mio pensiero al buio,
ogni dubbio è un chiodo dentro.
nel dubbio parlare
di cose che non
cambieranno
la vita a nessuno.
nel buio cercare
risposte che non
salveranno
la vita a nessuno.
sanguinare
voci che si insinuano nel
chiasso in cui imploro aiuto
quando mi ci chiudo dentro.
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6. |
Guarire
03:16
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sto cercando di
evitare i se,
i magari e i forse.
forse sbaglio, ma
mi distrugge l'idea
di non riuscire a
vedere
nessuna ferita,
nessun livido,
dove sento dolore,
quando sento dolore.
preferirei
un braccio frantumato
a questo male invisibile,
almeno saprei che succede,
magari saprei che succede,
forse saprei che succede.
forse sbaglio, ma
mi distrugge l'idea
di non riuscire a
vedere
nessuna ferita,
nessun livido,
dove sento dolore,
quando sento dolore.
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7. |
Pietre fredde
03:04
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ciò che sono
è il vuoto che cala su tutto,
è il silenzio che
aspetto di sentire.
è un filo sottile
quello a cui resto appeso,
è impossibile andarsene
senza farsi sentire.
è impossibile andarsene
senza uccidere nessuno.
ciò che sono
è il vuoto che cala su tutto,
non siamo fatti per vivere
vite intere.
sparisco al buio
come pietre fredde in mezzo all'erba,
non posso più
non uccidere nessuno.
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8. |
Promemoria
03:30
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è tutto uguale,
nonostante tutti i discorsi
che continuo a sentire
e che non sente
nessuno tranne me.
è tutto uguale,
nonostante tutti i ricordi
che continuo
a rivivere quando
non mi vede nessuno.
è tutto uguale,
nonostante tutti i rimorsi
che continuo a sentire
e che non sente
nessuno tranne me.
un pensiero che dura un istante
può cambiare le cose per sempre,
c’è sempre un’ultima volta,
ogni fine diventa
promemoria.
un pensiero che dura un istante
può cambiare le cose per sempre,
salutiamoci adesso
che poi sarà tardi.
non c’è modo di sapere
quando uno sguardo
sarà l’ultimo.
non c’è modo di sapere
quando un saluto
sarà l’ultimo.
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9. |
Quadro (con Her Skin)
02:28
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lo specchio spento
è un quadro perfetto per
incorniciarmi.
lo sguardo appeso
è in posa per
raccogliere la grandine.
le braccia cadono pesanti,
cercano le mani
perse nel diluvio.
sto ferma in attesa di prendere
un treno in pieno sugli occhi.
sto calma in attesa di rendere
il tempo, lo spazio dei giorni.
un quadro incompleto
è un modo perfetto per
dimenticarmi,
è un modo perfetto per
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10. |
Scisto (con Øjne)
04:28
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ricordo il vuoto, le mani pesanti
che arrivano a strapparmi
la vita dal corpo,
mi azzerano i pensieri,
la luce si spegne,
mi vedo ma non sono qua.
sento che tutto il mondo intorno
mi scava dentro gli occhi
e insiste a dirmi:
un trauma è solo un trauma,
non può farti niente
di più crudele di così.
se scavi tra i resti
di un trauma
ci trovi nient’altro
che strati di sbagli.
non riesco a trovare
pensieri, ricordi felici,
per addormentarmi in mezzo
a queste fiamme inverno,
sento freddo,
per risvegliarmi adesso
tra questo ghiaccio inferno,
resto spento.
per riposarmi dove si muore,
dove si muore davvero.
riposarmi dove si muore,
dove si muore davvero.
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11. |
Pavimento
04:09
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sei lo stesso che vedo
oltre quel muro nero,
nero come velluto
abbandonato dentro qualche gioielleria.
cosa mi rimane oltre a questo?
oltre al poco tempo,
allo spazio che separa me
dal pavimento.
i tuoi occhi parlavano di come
non sarei mai stato bravo in niente,
i tuoi occhi sapevano di come
non sarei mai stato bravo in niente.
e allora spiegami perché
odiarmi è così semplice.
cosa ne rimane di me stesso?
tutto ciò che ho perso
nello spazio che separa me
e il pavimento.
i tuoi occhi parlavano di come
non sarei mai stato bravo in niente,
i tuoi occhi sapevano di come
non sarei mai stato bravo in niente.
e allora spiegami perché
non sento più vertigini.
oltre questo muro, avanti e indietro,
non sento il pavimento.
quanto mi rimane?
forse un istante,
per rimpiangere
chi sarei potuto essere
magari in un altro posto,
magari in un altro corpo,
magari, dopo che il nero
oltre il muro
mi avrà nascosto.
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